Essere o non Essere? E’ il motto shakesperiano che esprime il dilemma e quesito della grande filosofia di tutti i tempi: arrivare a discernere in noi stessi ciò che è vero da ciò che non lo è.
L’INTEGRAZIONE CON L’ESSERE: UNA META DELL’ESSENZA UMANA
“D.- Potrebbe lei dirmi cos’è l’Essere?”.
“R.- L’Essere è l’Essere, e la ragione d’essere dell’Essere è lo stesso Essere; l’Essere è il Divinale, la Scintilla Immortale di ogni essere umano, senza principio né fine, terribilmente divino”.
“Ancora gli esseri umani non possiedono questa scintilla dentro ai loro corpi, ma se ci santifichiamo ed eliminiamo «l’Io peccatore», il Mefistofele, è chiaro che un giorno la Scintilla potrà entrare nei nostri Corpi. Adesso vi invito a comprendere ciò che è l’Essere”…
Se negassimo i Principi Intelligenti della Natura, la meccanica smetterebbe d’esistere. Perché non è possibile l’esistenza della meccanica senza l’esistenza di un meccanico.
Se qualcuno considerasse possibile l’esistenza di qualunque macchina senza autore, mi piacerebbe che lo dimostrasse, che mettesse gli elementi chimici sul tappeto del laboratorio affinché sorgesse una radio, un’automobile, o semplicemente una cellula organica.
Indubbiamente questi Principi Intelligenti della Natura potrebbero essere rifiutati solo dagli sciocchi, da quelli che pretendono che qualunque macchina organica sia capace di sorgere dal caso. Giammai verrebbero rifiutati dagli uomini veramente saggi nel senso più completo della parola.
Non voglio affatto difendere un Dio antropomorfo, nello stile del Jehova giudaico, con la sua dottrina dell’occhio per occhio e dente per dente. Sappiamo che questo tipo di dogmatismo porta come conseguenza o corollario, e per opposizione, la reazione di tipo ateista e materialista.
Si rende necessario capire che qualunque abuso è pregiudizievole per l’umanità. Nei tempi antichi si rese culto agli Dei, cioè ai Principi Intelligenti della Natura e del Cosmo, al Demiurgo Architetto dell’Universo, il quale non è un soggetto umano né divino; anzi, è UNITÀ MOLTEPLICE PERFETTA, il Logos platonico.
L’ANTICA ROMA
Disgraziatamente nella Roma augusta dei Cesari e fino alla Grecia, avvenne un processo di degenerazione religiosa. Quando si abusò del culto agli Dei, sorse per reazione il monoteismo con il suo Dio antropomorfo.
Molto più tardi, questo monoteismo con il suo Dio antropomorfico produsse, per reazione, il materialismo attuale.
Di conseguenza l’abuso del politeismo porta quindi l’antropomorfismo monoteista, la credenza nel Dio antropomorfico biblico. Allo stesso tempo, l’abuso del monoteismo origina l’ateismo materialista.
Queste sono le fasi religiose per le quali passano i popoli. Francamente, in nome della verità, considero che è arrivato il momento di eliminare questo antropomorfismo monoteista che tante cattive conseguenze ha originato.
Oggi non esisterebbe l’ateismo materialista se i clerici religiosi non avessero abusato di tale culto.
Abbiamo bisogno di riconoscere i Principi Intelligenti della Natura e del Cosmo. Però ripeto, non stiamo difendendo un Dio antropomorfico. Il riconoscere i Principi Intelligenti mi sembra che resista a qualunque analisi scientifica.
Osserviamo, per esempio un formicaio. Lì vediamo i Principi Intelligenti in piena attività, come lavorano codeste formiche, come fanno i loro palazzi, come si governano, ecc. Lo stesso accade con un alveare di api, il suo ordine è stupefacente.
Dotiamo ogni formica o ogni ape, di una Monade pitagorica o di un Jiva indostano, ed è logico che di fatto prenda senso tutto il formicaio, tutto l’alveare, perché tutte le creature vivono di un Principio Monadico.
LA MONADE
Noi non stiamo rendendo culto a nessun Dio antropomorfico, solamente vogliamo che si riconosca Intelligenza alla Natura. Non ci sembra assurdo che la Natura sia provvista di Intelligenza.
L’ordine esistente nella costruzione delle molecole e dell’atomo ci sta dimostrando con totale chiarezza meridiana i Principi Intelligenti.
Siamo nell’epoca adatta per riscoprire i principi. Se non siamo d’accordo con il materialismo è perché questo non resiste ad un’analisi di fondo. Quell’ipotesi di creazione dell’uomo attraverso i processi meccanici è più incongruente dell’Adamo sorto istantaneamente dal limo della terra. L’una è tanto assurda quanto l’altra.
Riconosciamo che c’è Intelligenza in tutta questa meccanica della Natura, nel movimento degli atomi intorno al loro centro di gravitazione, nel movimento dei mondi intorno ai loro soli.
Quando studiamo con rigore scientifico la bibbia ebraica, troviamo una chiave trascendentale nella parola “ELOJIM” o Elohim, che c’invita alla riflessione.
Certamente “Elojim” con la “J”, si traduce come “Dio” nelle diverse versioni autorizzate e riviste di questo libro sacro.
È un fatto incontrovertibile, non solamente dal punto di vista esoterico, ma anche linguistico, che il termine “ELOHIM” è un nome femminile con una terminazione plurale maschile.
La traduzione corretta, in “stricto sensu”, del nome ebreo “Elohim” o meglio diremmo “Elojim” (poiché in ebreo la “H” suona come “J”), è DEI e DEE.
“E lo Spirito dei Principi Maschile e Femminile aleggiò sopra la superficie dell’informe, e la creazione ebbe luogo” (così recita la sacra Bibbia).
Indiscutibilmente una religione senza “DEE” è a metà strada dal completo ateismo.
JEHOVA
Se vogliamo in verità l’equilibrio perfetto della vita animica, dobbiamo rendere culto agli “ELOJIM” (gli Dei e le Dee degli antichi tempi), e non al JEHOVA antropomorfico rifiutato dal Gran Kabir Gesù.
Molti si sbagliano credendo che il divino redentore del mondo, Gesù il Cristo, rese culto al “JEHOVA” antropomorfico della giudea. Il Divino Rabbi di Galilea, in realtà, adorò il suo divino “MASCHIO-FEMMINA” (JAH-HOVAH), il “PADRE-MADRE” interiore.
Tutte le nazioni hanno il loro primo Dio, o Dei, rappresentato come Androgino; non poteva essere altrimenti, poiché consideravano i loro lontani progenitori primitivi, i loro antecessori, di doppio sesso, come Esseri Divini e Dei Santi, la stessa cosa che fanno oggi i cinesi.
“E Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò”. (Gn. 1-27).
Infatti, la concezione artificiosa di un “JEHOVA” antropomorfico, esclusivista, indipendente dalla sua stessa opera, seduto là su di un trono di tirannia e dispotismo, lanciando raggi e tuoni contro questo triste formicaio umano, è il risultato dell’ignoranza, è mera idolatria intellettuale.
Questa concezione erronea della Verità, sfortunatamente si è appropriata tanto del filosofo occidentale, come del religioso affiliato ad una delle tante sette sprovviste completamente di elementi Gnostici.
Ciò che gli gnostici di tutti i tempi hanno rifiutato, non è il Dio sconosciuto, Uno e sempre presente nella Natura, o la Natura “IN ABSCONDITO”, ma il Dio del Dogma Ortodosso, la spaventosa Divinità vendicativa della Legge del Taglione.
Il culto idolatrico del “JEHOVA” antropomorfico invece dell’ELOHIM, è certamente un poderoso impedimento per il conseguimento di stati di coscienza sovranormali.
Noi antropologi Gnostici, invece di ridere in maniera scettica (come gli antropologi profani) davanti alle rappresentazioni degli DEI e DEE dei diversi Pantheon (Aztechi, Maya, Olmechi, Toltechi, Inca, Chibcha, Druidi, Egizi, Indù, Caldei, Fenici, Mesopotamici, Persiani, Romani, Tibetani, ecc., ecc., ecc.), riconosciamo in esse “l’ELOHIM” Creatore dell’Universo.
Con piena ragione Madame Blavatsky diceva che “ci sono tanti Dei nel Cielo, quanti uomini sulla Terra”.
Ognuno di noi ha la sua propria Divinità, il suo proprio Essere, la sua propria Monade particolare e individuale.
Noi, come esseri umani, parlando essenzialmente, come anime, siamo il risultato dei diversi sdoppiamenti della nostra propria Scintilla Verginale.
L’Essere in ognuno di noi, per approfondire un po’ più questa questione, il Divino che l’uomo porta all’interno, è la Molteplicità all’interno dell’Unità.
Questo vuol dire che il nostro Essere, come Unità, nello stesso tempo si sdoppia in multiple parti, ognuna di esse con le sue proprie funzioni particolari e facoltà.
Il nostro Essere, in realtà, sembra un esercito di bambini innocenti. Ogni parte dell’Essere individuale, pertanto, è autocosciente e perfino autonomo.
Lieto colui che raggiunge l’integrazione dell’Essere.
La morte dell’Ego e la Resurrezione dell’Essere in noi, deve accadere durante la vita.
L’Essere e l’Ego sono incompatibili.
L’Essere e l’Ego sono come l’acqua e l’olio, mai si possono mescolare.
Così dunque, possiamo concludere dicendo che due stati psicologici si aprono davanti a noi:
- Quello dell’ESSERE, trasparente, cristallino, impersonale, reale e vero.
- Quello dell’IO, insieme di Aggregati Psichici che personificano difetti, la cui unica ragione di esistere è l’ignoranza.
L’Io, l’Ego il me stesso, la somma di difetti psicologici che portiamo nell’inconscio, costituiscono il “NON ESSERE” della Filosofia Segreta.
Estratto da:
- “La tragedia di Amleto, principe di Danimarca” di Shakespeare
- Conf. “Studio Gnostico sull’Anima” di Samael Aun Weor
- “Guardando il Mistero” di Samael Aun Weor
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